Quando si ristruttura un edificio, si demolisce o si costruisce, una cosa è certa: dallo smaltimento macerie non si scappa. E spesso questo momento porta con sé dubbi, confusione e costi inattesi. Chi se ne occupa? Dove finiscono i materiali? Ci sono sanzioni nel caso di errori di gestione? In questo articolo facciamo chiarezza su tutto ciò che serve sapere per smaltire correttamente le macerie da cantiere, per evitare problemi e multe.
Infotecnica non si occupa direttamente di smaltimento macerie, ma ci tiene a informare i suoi clienti di quali siano le procedure corrette, per la massima trasparenza SEMPRE!
Smaltimento rifiuti edili: cosa sono le macerie
Chiamiamo macerie tutti i materiali di scarto prodotti in un cantiere edile, di qualsiasi tipo e dimensione. In termini tecnici, si parla di rifiuti da costruzione e demolizione. La normativa italiana (D.Lgs. 152/2006, o “Testo Unico Ambientale”) li raggruppa in vari tipi, sulla base di due fattori:
- la loro composizione. A ciascun tipo di rifiuti di cantiere corrisponde un codice detto CER, Codice Europeo Rifiuti (questo codice è ancora comunemente in uso, nonostante dal 2020 si parli ufficialmente di EER, Elenco Europeo Rifiuti);
- il loro potenziale impatto ambientale nel momento in cui venissero liberamente dispersi. Alcune macerie, infatti, sono più dannose di altre per il territorio. Quanto poi ai materiali che possono essere recuperati, anche tra questi ci sono differenze: non tutte le procedure di riciclo sono uguali in termini di energia e risorse richieste.
Le macerie sono rifiuti speciali
Questa classificazione si basa su una fondamentale distinzione: quella tra rifiuti edili e rifiuti domestici-urbani. I primi, di cui fanno parte le macerie, sono considerati rifiuti speciali, prodotti nell’ambito di un’attività edilizia (sia privata che professionale), perciò non possono essere trattati come i normali rifiuti domestici. Di conseguenza, i rifiuti edili:
- non possono essere smaltiti nei normali cassonetti condominiali o stradali, cioè lasciandoli in gestione al servizio pubblico;
- se sono prodotti da un’impresa o da un professionista, non possono essere conferiti in un ecocentro (isola ecologica), ma andranno in un altro luogo apposito;
- il loro smaltimento deve avvenire tramite ditte autorizzate e iscritte all’Albo Nazionale Gestori Ambientali. Così si garantisce l’applicazione di metodi e procedure corretti.
Per questo motivo, non è possibile provvedere da soli allo smaltimento macerie in discarica in modalità fai-da-te per evitare di pagare il conferimento, nemmeno se si dispone di un mezzo di trasporto capiente come un furgone. Ci vuole sempre un’impresa autorizzata. C’è una sola eccezione a questa regola, che vediamo più avanti in questa pagina.
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Tipi di macerie: come si suddividono
Le principali tipologie di macerie sono:
- Rifiuti riciclabili. Sono le macerie edilizie che possono essere recuperate – acciaio, legno non trattato, vetro, plastica da cantiere e materiali isolanti moderni. Questi rifiuti possono essere inviati in centri di trattamento per essere poi reimmessi nella filiera produttiva. In questo modo, lo smaltimento diventa risorsa, contribuendo all’economia circolare del settore edile.
- Rifiuti inerti. Si tratta di materiali non pericolosi e chimicamente stabili, come calcinacci, mattoni, cemento, intonaco, pietre, tegole, ceramiche… Sono le macerie più comuni e, se correttamente gestite, anche queste potranno essere riciclate e riutilizzate, per esempio come sottofondo stradale o come inerti per nuovi impasti.
- Rifiuti pericolosi. Sono quelli che contengono sostanze dannose per l’ambiente o per la salute umana, come amianto, vernici piombiche, solventi, oli esausti, o materiali contaminati da sostanze chimiche. Questi richiedono uno smaltimento specializzato presso impianti accreditati.
Smaltimento macerie edili, chi è il responsabile?
Riguardo a chi deve occuparsene, la normativa italiana stabilisce ruoli ben precisi per evitare che i rifiuti da cantiere finiscano smaltiti illegalmente o abbandonati. Le figure coinvolte sono tre:
- Il committente. Chi ordina e paga i lavori, come un privato cittadino o un’azienda, è sempre il primo responsabile dello smaltimento a norma di legge, anche se affida a terzi la gestione pratica del cantiere, come è quasi sempre il caso. In caso di irregolarità, rischia sanzioni amministrative e penali.
- L’impresa edile esecutrice dei lavori è la responsabile operativa dello smaltimento, e deve agire secondo la normativa ambientale di riferimento, ad esempio adoperando il registro di carico e scarico. Compilerà quindi anche i documenti necessari, come il formulario di identificazione rifiuti (FIR), specificando il peso delle macerie e la loro destinazione finale.
- Il direttore dei lavori (DL, ossia un figura tecnica come un architetto o un ingegnere che spesso fa da tramite tra committente e impresa) ha invece una responsabilità di controllo. Non smaltisce cioè direttamente, ma deve verificare che l’impresa lavori correttamente, segnalando eventuali anomalie. La sua vigilanza è particolarmente importante nei cantieri complessi o pubblici.
In sintesi: nello smaltimento macerie, il committente è il garante, l’impresa è l’esecutore, il direttore dei lavori è il supervisore.
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Smaltimento rifiuti edili da privato, è possibile?
Come abbiamo accennato, anche un cantiere di dimensioni ridotte (come per una semplice ristrutturazione bagno in appartamento) produce rifiuti considerati speciali, che vanno perciò affidati a un’apposita impresa. L’unica eccezione è il caso, meno frequente, di una ristrutturazione di piccola entità che non coinvolga alcuna ditta. In tal caso, i rifiuti sono considerati domestici ed è possibile procedere in autonomia a disfarsene. Ma attenzione, bisogna sapere alcune cose, vediamole.
Come smaltire le macerie da privato
Molti chiedono: quante macerie posso portare in discarica da privato? Un privato può smaltire macerie domestiche solo in piccole quantità (pochi sacchi per volta). Chiarito questo, sorge la domanda: dove buttare i rifiuti edili? Dove si smaltiscono le macerie edili in autonomia? Innanzitutto per poterlo fare è necessario che il proprio comune lo permetta. Cioè deve esserci, su territorio locale, un centro di raccolta comunale (isola ecologica). In certi casi il conferimento va prenotato. Ogni comune sul proprio sito riporta le indicazioni da seguire e il nome del gestore locale delle isole ecologiche, a cui rivolgersi se si hanno dubbi.
E come portare via le macerie? Semplice: va fatto personalmente esibendo un documento di identità o tessera sanitaria. Attenzione perché certe isole ecologiche fanno divieto ai cittadini privati di entrare a scaricare con un mezzo considerato professionale, fosse anche un piccolo furgoncino. Per non spostarsi invano, allora, conviene sempre contattare il centro selezionato o, più in generale, il gestore rifiuti locale, e informarsi.
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Ritiro macerie gratis: fidarsi o no?
Generalmente il ritiro gratuito delle macerie edili non esiste come servizio pubblico standard. Attenzione quindi alle false promesse online! Alcuni annunci propongono “ritiro macerie gratis” ma spesso si tratta di:
- privati non autorizzati (illegale),
- ditte che poi scaricano abusivamente (rischia una multa anche il committente),
- casi in cui il ritiro sembra “gratis”, ma poi viene richiesto un contributo per il carburante o per altre spese.
Macerie, l’importanza della correttezza
Smaltire le macerie in modo scorretto – abbandonandole, miscelandole ai rifiuti urbani o affidandosi a soggetti non autorizzati – espone ad ammende salate e, nei casi più gravi, a responsabilità penali. Per un errato smaltimento rifiuti edili le sanzioni possono andare dai 3.000 ai 9.000 euro: meglio prevenire, che pagare (caramente) dopo. Una piccola spesa preventivata sin dal principio tutela un progetto edilizio… e il pianeta.
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