Il bonus ristrutturazione casa rimane un’agevolazione importante nel 2025. Famiglie e piccoli imprenditori che non hanno ancora ristrutturato negli anni scorsi, quando i contributi statali erano maggiori, sono comunque ancora in tempo per dare avvio a pratiche e lavori sfruttando benefici fiscali. Dal 2026, infatti, i vantaggi economici per chi investe in ristrutturazioni andranno progressivamente a diminuire, dopo diverse generose stagioni.
In questo articolo vediamo a quali interventi edilizi si applica il bonus casa 2025, chi può usufruirne e come funziona concretamente la procedura.
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Bonus ristrutturazione 2025, cos’è
Il bonus casa 2025 è uno sgravio economico dedicato a chi investe nella ristrutturazione di una casa o di un appartamento. Una parte delle spese sostenute (la metà del totale, nella maggioranza dei casi), regolarmente documentate da fatture e pagamenti tracciabili, può essere recuperata negli anni successivi. Si parla di 10 anni, con un recupero suddiviso in dieci quote uguali.
Come si recuperano queste 10 quote? Sotto forma di detrazione IRPEF. Per 10 anni si pagheranno cioè meno tasse, perché si sono già sostenuti i costi di una ristrutturazione.
Requisito imprescindibile è dunque fare regolarmente la dichiarazione dei redditi, allegare tutte le prove di spesa e specificare, nel pagamento, il riferimento alla normativa. Qui di seguito approfondiamo.
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Bonus ristrutturazione, quali interventi si possono fare?
La legislazione è molto specifica sui numerosi tipi di lavori edilizi inclusi nel bonus casa. L’Agenzia delle Entrate riporta sul proprio sito la lista dettagliata, da consultare in caso di dubbi. Consigliamo sempre di farsi assistere da una ditta qualificata o da un tecnico di fiducia, anche per l’apertura della pratica burocratica, che può risultare un po’ complicata per chi non mastica tutti i giorni il linguaggio di settore.
Ecco come si suddividono i lavori ammessi al bonus:
- Modifiche strutturali – opere che comportano un cambiamento significativo della struttura dell’edificio. Sono i lavori di ristrutturazione edilizia vera e propria.
- Interventi di manutenzione straordinaria volti a migliorare l’efficienza energetica o la qualità e la durevolezza dell’immobile.
- Restauro e conservazione – operazioni finalizzate alla tutela e al recupero degli edifici, in particolare quelli considerati di maggior valore storico-culturale-architettonico e vincolati.
Tutti questi interventi vanno effettuati sugli immobili a uso abitativo – sia sulle parti a uso comune che sulle singole unità e sulle loro pertinenze. Questo indipendentemente dalla categoria catastale.
- Un cambiamento importante per il 2025 riguarda gli impianti di riscaldamento: il bonus non copre più l’installazione di caldaie alimentate da combustibili fossili, come quelle tradizionali a gas, considerate ormai superate e dannose per l’ambiente.
In più, per le aree condivise degli edifici condominiali è consentita anche la manutenzione ordinaria, che non era inclusa nell’elenco più in alto. Questa comprende, tra le altre cose, interventi meno ampi come il rinnovo dei pavimenti, la stesura di nuovi intonaci interni e la tinteggiatura dei muri, la ristrutturazione del tetto, e simili.
Bonus edilizi 2025 nel dettaglio
Per il bonus ristrutturazione casa 2025 l’Agenzia delle entrate ha chiarito quote e modalità. I lavori vanno eseguiti nell’anno solare in corso, quindi dal 1 gennaio al 31 dicembre 2025.
- Bonus ristrutturazione prima casa 2025: è possibile recuperare fino al 50% delle spese sostenute (noto come bonus ristrutturazione per abitazione principale).
- Bonus ristrutturazione seconda casa 2025: per seconde e terze case, la detrazione si riduce al 36%.
L’importo massimo su cui calcolare il bonus è di 96.000 euro per unità abitativa, il che significa che il rimborso ottenuto dopo 10 anni potrà arrivare fino a 48.000 euro per singola proprietà.
E nei prossimi anni? I vantaggi scendono. Nel 2026 e nel 2027 infatti,
- la detrazione per la prima casa scenderà al 36%;
- per seconde e terze case, il beneficio fiscale si ridurrà ulteriormente al 30%.
Per gli anni ancora più in là il Governo non si è ancora espresso, ma rimane la tendenza a voler diminuire i contributi. Per questo, chi ha bisogno fa bene a ristrutturare al più presto.
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Chi può ottenere il bonus ristrutturazione 2025
Come sapere se si è idonei al bonus? Ecco a cosa stare attenti. Tutti i documenti che riguardano la ristrutturazione, dalle certificazioni tecniche alle fatture alle ricevute dei versamenti fatti, vanno conservati e consegnati quando si fa la dichiarazione dei redditi.
Prima di tutto il pagamento della ristrutturazione (o delle sue varie rate) deve essere tracciabile, questo esclude in partenza i contanti e gli assegni. Serve invece una transazione cosiddetta “parlante”, eseguibile dalla propria banca/posta o dal proprio pc/smartphone senza dimenticare di indicare, nella causale, alcune informazioni:
- Il codice fiscale di chi ha richiesto formalmente la ristrutturazione – deve coincidere con la persona che usufruirà della detrazione.
- Il numero della pratica edilizia – lo rilascia l’impresa esecutrice e contiene i dati catastali dell’immobile.
- Il codice fiscale o la partita IVA della ditta incaricata dei lavori, che incassa il compenso.
- L’indicazione di quando inizia e quando finisce l’intervento.
Per ottenere il bonus si può essere:
- Il proprietario dell’immobile (anche nudo proprietario);
- Un familiare del proprietario e con cui convive (ad esempio il coniuge non intestatario della casa, un genitore…). In questo caso bisogna che le spese vengano sostenute a proprio nome.
- Anche l’affittuario o usufruttuario dell’abitazione, in possesso di regolare contratto o documentazione.
- Attenzione! Se la ristrutturazione comporta lavori di risparmio energetico/miglioramento dell’efficienza energetica, è necessario anche inviare quella che è chiamata una Pratica ENEA. Si può fare comodamente online entro 90 giorni dalla fine lavori, ma non va dimenticata perché è il documento che certifica che i lavori sono stati fatti a norma di legge.
La ditta incaricata dei lavori ti fornirà assistenza per compilarla e inviarla. Scrivi a Infotecnica, ti aiutiamo noi!
Bonus ristrutturazione casa 2025: FAQ – domande e risposte
Bonus ristrutturazione casa cointestata, come funziona? Se una casa è cointestata, il bonus può essere ripartito tra i proprietari in base alla quota di spesa effettivamente sostenuta da ciascuno, a condizione che i pagamenti siano tracciabili e che ogni intestatario sia indicato nei bonifici e nelle fatture. Ogni comproprietario potrà quindi detrarre la propria parte di spesa nella dichiarazione dei redditi, sempre rispettando i limiti previsti dal bonus.
Bonus ristrutturazione casa in affitto, è possibile? Sì, gli inquilini possono beneficiare di questo bonus per una casa affittata, purché siano loro a sostenere le spese e risultino intestatari dei bonifici e delle fatture. La detrazione fiscale si applica agli interventi autorizzati dal proprietario e segue le stesse regole previste per i titolari dell’immobile.
Bonus mobili 2025, cos’è? Il bonus mobili 2025 permette di detrarre il 50% della spesa sostenuta per l’acquisto di mobili ed elettrodomestici destinati a un immobile in ristrutturazione. Il tetto massimo di spesa detraibile è di 5.000 euro. Anche qui, per ottenere il bonus, l’acquisto deve avvenire tramite pagamenti tracciabili, e i mobili devono essere destinati a un’abitazione oggetto di lavori agevolati dal Bonus Ristrutturazione.
Bonus ristrutturazione casa campagna, cambia qualcosa? Il bonus è valido anche per le case di campagna, a patto che l’immobile sia accatastato come abitazione e non come fabbricato rurale strumentale. Anche le pertinenze dell’abitazione possono rientrare nel bonus, purché gli interventi siano conformi ai requisiti richiesti.